Le potenzialità dei biofertilizzanti possono essere sfruttate in tutte le coltivazioni ed in tutti i terreni.
Questo perché consentono di:
- utilizzare gli input produttivi sinergici con l’ambiente capaci di utilizzare quanto già presente nel terreno e nell’atmosfera
- sfruttare quanto di poco disponibile nell’ambiente
- sviluppare con l’apporto di concimi organici e di “biofertilizzanti” un microbiota positivo, squilibrato da anni di utilizzo intensivo e poco rispettoso del sistema suolo.
Ne parliamo con Emanuela Fonti, titolare di C/N Organic.
Perché C/N Organic?
“Il carbonio e l’azoto sono fondamentali indici della fertilità organica e biologica del terreno.
La soluzione proposta da C/N organic non è in uno o due prodotti miracolosi, ma nel seguire un’attenta e sensibile strategia che combini esperienza e formulati innovativi ed economicamente sostenibili”.
Cosa proponete per contrastare l’aumento dei costi dei concimi?
“Negli ultimi tempi stiamo sentendo parlare di biofertilizzanti prodotti a base di bioinoculanti (azotofissatori, in primis).
Tutte le piante instaurano delle complesse interazioni con i microrganismi del suolo che costituiscono il microbiota della pianta e migliorano la crescita producendo fitormoni, solubilizzando il fosforo e mobilizzando nutrienti presenti nel suolo quali zinco, ferro, magnesio. L’utilizzo dei biofertilizzanti suscita molto interesse verso la selezione, l’abbinamento e la creazione di consorzi di diversi ceppi selezionati in grado di svolgere più attività attraverso l’interazione con le radici o attraverso le aperture stomatiche delle foglie sintetizzando azoto nella foglia, oppure, nella rizosfera delle piante ospite”.
Come si usano?
“Per via fogliare o per via radicale a seconda dei ceppi presenti. Fondamentale la concentrazione degli stessi, dichiarata in etichetta, nel parametro delle UFC. Altre accortezze sono:
- l’abbinamento a bassi dosaggi di concimi organici che possano fornire una fonte di carbonio organico ed energia sufficiente pe r nutrire i ceppi microbici: noi abbiniamo la linea dei fertilizzanti organici di AGM oppure l’estratto vegetale Energyl 343 della gamma C/N Organic con una fonte di fosforo organico subito disponibile per la pianta e i microrganismi
- le temperature né alte né basse: è da preferire una distribuzione in assenza di fitofarmaci (meglio se ad anticipare almeno di 15 giorni la semina o il trapianto)”.
Quanto azoto in biosintesi è possibile fissare?
“Le potenzialità dei biofertilizzanti possono essere sfruttate in tutte le coltivazioni.
La linea Energyl AzotoFis è in grado di solubilizzare i fosfati con incrementi di resa tra il 15% e il 25%. Si sono avute stime di circa 30/50 Kg di azoto per ettaro ad anno riducendo in modo significativo l’uso di fertilizzanti azotati di sintesi”.
Cosa proponete per contrastare i forti stress idrici estivi dei vigneti?
“Proponiamo l’Energyl Beta Bacter, a base di glicinbetaina, una sostanza organica di origine vegetale osmolita con potente azione antistress soprattutto in caso di alte e basse temperature, uv, carenza idrica ed eccessi salini.
Lo abbiniamo ai microrganismi utili che interagiscono con la pianta, grazie ai metaboliti secondari da loro prodotti quali terpeni, flavonoidi, polifenoli per colonizzare in maniera positiva la fillosfera”.